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Malattia Inps: Guida pratica per i lavoratori

L’indennità per malattia è la prestazione economica riconosciuta ai lavoratori dipendenti quando si verifica un evento che ne determina la temporanea incapacità lavorativa. Per avere diritto all’indennità economica di malattia, è necessario che il lavoratore si rechi dal medico di base per il rilascio del certificato. Il medico provvederà a trasmetterlo telematicamente all’Inps.

[su_button url=”http://www.faicislpadovarovigo.it/wp-content/uploads/2017/10/Certificazione_malattia_visite_mediche_controllo_lavoratori_privati_pubblici.pdf” style=”flat” background=”#017CB5″ size=”5″ icon=”icon: book” icon_color=”#ffffff”]SCARICA LA GUIDA INPS PER IL CERTIFICATO DI MALATTIA E LE VISITE DI CONTROLLO[/su_button]

COME OTTENERE IL CERTIFICATO MEDICO TELEMATICO

Tutti i lavoratori per ottenere il certificato medico da trasmettere al proprio datore di lavoro, possono rivolgersi:

– al medico curante nei giorni feriali

– alla guardia medica nei giorni festivi o prefestivi

– alle strutture ospedaliere per le giornate di ricovero e per quelle in cui è stata eseguita la prestazione in pronto soccorso.

NOTA BENE: è obbligo del lavoratore verificare i dati relativi al proprio domicilio prima del rilascio del certificato da parte del medico, comunicando eventualmente l’indirizzo di reperibilità, se diverso, per le eventuali visite di controllo.

Nei casi in cui si verifichi l’effettiva necessità per il lavoratore di dover cambiare il proprio indirizzo di reperibilità, durante il periodo rientrante nella prognosi del certificato, egli dovrà darne tempestivamente, con congruo anticipo, oltre che al datore di lavoro, anche con le seguenti modalità previste nel messaggio dell’Istituto n. 1290 del 22.1.2013:

Per contattare la sede Inps di competenza, clicca qui

FASCE ORARIE DI REPERIBILITA’

I lavoratori in malattia sono oggetto di visita fiscale da parte dei medici inviati dall’INPS, presso le proprie abitazioni, durante le ore di visita previste da oggi (salvo successive modifiche):

Dipendenti settore privato:
Ore 10.00 – 12.00 e 17.00 – 19.00.

Dipendenti settore pubblico:
Ore 9:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00.

ESCLUSIONE DALLE FASCE ORARIE DI REPERIBILITA’

E’ prevista l’esclusione dall’obbligo di rispettare le fasce orarie di reperibilità, nei casi in cui l’assenza sia riconducibile ad una delle seguenti circostanze:
a) patologie gravi che richiedono terapie salvavita (Le patologie invalidanti che richiedono terapie salvavita devono risultare da idonea documentazione, rilasciata dalle competenti strutture sanitarie, che attesti la natura della patologia e la specifica terapia salvavita da effettuare).
b) stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta (ai fini dell’esclusione dall’obbligo di reperibilità, la stessa deve aver determinato una riduzione della capacità lavorativa nella misura pari o superiore al 67 per cento).

Vedi il Decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali dell’11 gennaio 2016

LA VISITA MEDICA DI CONTROLLO

La visita medica di controllo può essere richiesta dal datore di lavoro, o disposta direttamente dall’Inps. Una stessa malattia può essere controllata più volte.

[su_note note_color=”#fce2e3″ text_color=”#555555″ radius=”6″]

ATTENZIONE: Il medico INPS, a seguito della visita a domicilio, redige un verbale di visita, che contiene la prognosi di conferma o di chiusura anticipata ovvero di posticipazione del termine della malattia, ove viene richiesta anche la firma del lavoratore. Invitiamo tutti i lavoratori a verificare l’esito della visita di controllo ed il verbale del medico Inps, chiedendone eventualmente una copia. La firma del lavoratore implica l’accettazione del giudizio espresso dal medico, impedendo la possibilità di un’eventuale contestazione o di un ricorso.[/su_note]

ASSENZA A VISITA MEDICA DI CONTROLLO

Se il lavoratore non è presente al proprio domicilio in caso di visita medica di controllo domiciliare, è tenuto a presentarsi presso il centro medico legale dell’Inps (o Asl, a seconda delle indicazioni riportate nell’avviso lasciato dal medico), per l’effettuazione della visita medica ambulatoriale. (Non viene considerata valida la giustificazione prodotta in caso in cui ci si rechi dal proprio medico di base).

L’assenza a visita medica di controllo potrà comportare l’applicazione di specifiche sanzioni. L’assenza a visita medica di controllo, se non giustificata, comporterà l’applicazione di sanzioni e quindi la non indennizzabilità delle giornate di malattia nel seguente modo:

per un massimo di 10 giorni di calendario, dall’inizio dell’evento, in caso di 1° assenza a visita di controllo non giustificata;

per il 50% dell’indennità nel restante periodo di malattia in caso di 2° assenza a visita di controllo non giustificata;

per il 100% dell’indennità dalla data della 3° assenza a visita di controllo non giustificata.

RIENTRO ANTICIPATO DALLA MALATTIA

Ogni lavoratore assente per malattia che, considerandosi guarito, intenda riprendere anticipatamente il lavoro rispetto alla prognosi formulata dal proprio medico curante, potrà essere riammesso in servizio solo in presenza di un certificato medico di rettifica dell’originaria prognosi (Messaggio Inps n. 6976 del 12 settembre 2014).

PERIODO INDENNIZZABILE
Lavoratori dell’agricoltura:

a tempo indeterminato: l’indennità di malattia spetta per tutti i giorni coperti da idonea certificazione e per un massimo di 180 giorni nell’anno solare, purché abbiano effettivamente iniziato l’attività lavorativa;
a tempo determinato: l’indennità di malattia spetta per tutti i giorni coperti da idonea certificazione purché il lavoratore possa far valere almeno 51 giornate di lavoro in agricoltura prestato nell’anno precedente (può essere considerata utile l’attività svolta nel medesimo settore agricolo anche se a tempo indeterminato). In alternativa 51 giornate di lavoro in agricoltura effettuate nell’anno in corso e prima dell’inizio della malattia. Il periodo indennizzabile per malattia è pari al numero di giorni di iscrizione negli elenchi e fino ad un massimo di 180 giorni nell’anno solare.
L’indennità spetta anche per i periodi successivi alla chiusura del contratto di lavoro (sia per scadenza naturale del contratto, sia per dimissioni del lavoratore), previo certificazione medica.

Per i periodi di ricovero ospedaliero, è consigliabile informare l’operatore sindacale di riferimento per evitare che per vari motivi, l’Inps non tenga considerato questo periodo, e tenga valido solo il periodo successivo alle dimissioni dalla struttura ospedaliera.

Operai settore industria /operai ed impiegati settore terziario e servizi con rapporto di lavoro in essere:

a tempo indeterminato: l’indennità di malattia spetta per tutti i giorni coperti da idonea certificazione e per un massimo di 180 giorni nell’anno solare;
a tempo determinato: l’indennità di malattia spetta, per tutti i giorni coperti da idonea certificazione, per un numero massimo di giorni pari a quelli lavorati nei 12 mesi immediatamente precedenti l’inizio della malattia da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 180 giorni nell’anno solare. Il diritto cessa in concomitanza con la cessazione del rapporto di lavoro anche se avvenuta prima dello scadere del contratto. Il datore di lavoro non può corrispondere l’indennità per un numero di giornate superiore a quelle effettuate dal lavoratore alle proprie dipendenze; le restanti giornate sono indennizzate direttamente dall’Inps.

QUANTO SPETTA: IMPORTO

dal 1° al 3° giorno: solitamente i primi 3 giorni non sono indennizzati,  ma se se previsto dal Ccnl o dall’ente bilaterale se agricoltura viene garantita un’indennità
dal 4° al 20° giorno: 50% della retribuzione media giornaliera a carico Inps + integrazione da parte dell’azienda se previsto dal Ccnl o dall’ente bilaterale se agricoltura
dal 21° al 180° giorno: il 66,66% della retribuzione media giornaliera a carico Inps + integrazione da parte dell’azienda se previsto dal Ccnl o dall’ente bilaterale se agricoltura

Chiarimento Inps: conversione domande di ds agricola

Con messaggio Inps n. 3058 del 31 luglio 2018, l’Inps ha fornito chiarimenti sulla possibilità di trasformazione, della domanda di disoccupazione agricola in domanda di disoccupazione NASpI e viceversa, della domanda di disoccupazione NASpI in domanda di disoccupazione agricola.

La trasformazione è possibile nei limiti di seguito specificati:

>La domanda di disoccupazione agricola, respinta per prevalenza di attività nel settore non agricolo, può essere trasformata in domanda di disoccupazione NASpI, esclusivamente su specifica richiesta dell’interessato, qualora sia stata presentata nei termini legislativamente previsti per tale ultima prestazione (entro sessantotto giorni dalla cessazione involontaria dell’attività lavorativa). In tal caso, l’interessato deve integrare la domanda di disoccupazione agricola, di cui si chiede la trasformazione, con l’eventuale documentazione necessaria alla definizione della domanda di disoccupazione NASpI.

>E’ possibile altresì trasformare la domanda di disoccupazione NASpI, respinta per prevalenza di attività nel settore agricolo, in domanda di disoccupazione agricola, sempre su richiesta dell’interessato, qualora la domanda sia stata presentata nei termini legislativamente previsti per tale ultima prestazione (dal 1° gennaio al 31 marzo dell’anno successivo a quello di competenza della prestazione). In tal caso, l’interessato deve integrare la domanda di disoccupazione NASpI, di cui si chiede la trasformazione, con l’eventuale documentazione necessaria alla definizione della domanda di disoccupazione agricola.

Le istanze di riesame o i ricorsi amministrativi riferiti a domande per le quali non sia, nel frattempo, intervenuta la decadenza dal diritto, potranno essere definiti in autotutela secondo le indicazioni sopra fornite.

 

[su_button url=”http://www.faicislpadovarovigo.it/wp-content/uploads/2018/08/TRASFORMAZIONE-DOMANDA-DS-AGRICOLA-IN-NASPI-E-VICEVERSA-__-Mess.-3058-del-31-07-2018.pdf” style=”flat” background=”#017CB5″ size=”5″ icon=”icon: arrow-circle-down” icon_color=”#ffffff”]  SCARICA IL MESSAGGIO INPS[/su_button]

 

Nasce il fondo pensione della cooperazione

Dal 02 luglio 2018, nasce il fondo di previdenza complementare PREVIDENZA COOPERATIVA, il Fondo che riunisce in un’unica forma pensionistica complementare tutti i lavoratori del sistema cooperativo: Cooperlavoro, Filcoop e Previcooper.

Nasce con l’obiettivo di tutelare ancora di più i lavoratori della cooperazione, supportandoli in maniera sempre più efficace ed efficiente nella costruzione della pensione integrativa.

Se sei già iscritto a Cooperlavoro, Filcoop e Previcooper sarai automaticamente iscritto del nuovo Fondo Previdenza Cooperativa, senza bisogno di compilare un nuovo modulo di adesione e senza pagare la quota d’iscrizione e dalla data di efficacia della fusione le posizioni previdenziali maturate dai singoli iscritti (cd. zainetto previdenziale) saranno trasferite nel Fondo Previdenza Cooperativa, senza alcuna modifica. Manterrai tutti i tuoi contributi, l’anzianità di iscrizione, i requisiti di partecipazione, lo stesso comparto di investimento e per tale operazione non dovrai sostenere alcun costo.

Maggiori info su www.previdenzacooperativa.it

Caporalato e Voucher: la Fai Cisl Pd Ro fa il punto

Il caporalato è un fenomeno in espansione in tutta Italia e nemmeno il territorio padovano sfugge a questa logica di sfruttamento.

[su_button url=”https://m.tgpadova.it/pages/722178/cronaca/rispettare_i_contratti_stagionali_no_ai_voucher.html” style=”flat” background=”#ff6b05″ size=”5″ icon=”icon: tv” icon_color=”#ffffff”]VEDI IL SERVIZIO DI TELENUOVO (TG PADOVA)[/su_button]

 

Un fenomeno che tende a rimanere sommerso proprio perché basato sul ricatto, soprattutto se si tratta di stranieri. Per offrire ai lavoratori l’opportunità di denunciare situazioni di abusi senza incorrere in ritorsioni da parte del dall’azienda, il segretario provinciale Fai Cisl di Padova e Rovigo Gilberto Baratto, insieme a Maurizio Geron, sempre di Fai Cisl di Padova e Rovigo, ha ricordato la campagna SOS Caporalato lanciata dall’organizzazione sindacale a livello nazionale. Chiamando il numero verde 800 199 100 (che richiama la legge 199 contro il caporalato) le persone possono segnalare casi di sfruttamento mantenendo l’anonimato. Fai Cisl si impegna quindi a verificare l’attendibilità della segnalazione e ad inoltrarla agli enti competenti, come l’ispettorato al lavoro o la polizia. Un tavolo regionale per il contrasto al caporalato è stato aperto martedì scorso con la partecipazione degli assessorati al Lavoro, all’Agricoltura e alle Politiche sociali, degli istituti di vigilanza e controllo nel mondo del lavoro, dei sindacati, delle organizzazioni datoriali e dei produttori del settore primario, del mondo della cooperazione e del terzo settore. Gilberto Baratto è uno dei componenti.

“Nel Giorno internazionale contro la tratta degli esseri umani – ha detto – vogliamo rivolgerci al governo per denunciare ogni forma di sfruttamento in agricoltura. Tra queste, anche la reintroduzione dei voucher, prospettata nel cosiddetto decreto dignità. Il contratto di lavoro in agricoltura è infatti legato alla stagionalità insita in questo tipo di attività. Con l’utilizzo dei voucher il lavoratore perderebbe il diritto alla copertura dei mesi di “disoccupazione agricola” e ci rimetterebbe anche sul piano contributivo pensionistico”. Per questo una delegazione Fai Cisl di Padova e Rovigo ha partecipato al presidio anti-voucher davanti a Montecitorio la settimana scorsa e ci tornerà domani 31 luglio, quando il decreto sarà in aula alla Camera dei Deputati.

La stagionalità del contratto – ha aggiunto Baratto – prevede diversi periodi di attività e di pausa definiti a livello provinciale in base alle esigenze del territorio, quindi il ricorso ai voucher sarebbe del tutto inutile, se non per togliere ai lavoratori i loro diritti”. L’ultimo rinnovo contrattuale, siglato il 19 giugno scorso, prevede anche, su richiesta di Fai Cisl, che anche le cosiddette “cooperative senza terra”, quelle che offrono prestazioni di lavoro alle aziende, applichino il contratto per il settore agricolo. Le cooperative agricole che applicano il contratto entreranno in una “white list” che sarà garanzia di correttezza e quindi anche di qualità.

 

NOvoucher: mobilitazione di fronte Montecitorio

Una delegazione della Fai Cisl Padova Rovigo, insieme a tantissimi lavoratori del comparto agricolo, oggi 25 luglio, si sono riuniti davanti a Palazzo Montecitorio per manifestare contro il Decreto Dignità che vuole estendere l’utilizzo dei voucher in agricoltura; Andrea Padoan, segretario generale aggiunto Fai Cisl Padova Rovigo commenta  ‘’così si riducono di fatto le tutele di migliaia di lavoratori del comparto. Il contratto agricolo è già per natura flessibile per soddisfare la stagionalita strutturale e non occasionale del mondo agricolo. Pertanto non si comprende la necessità di allargare l’impiego dei voucher oltre alle categorie degli studenti e pensionati’’.

‘’I voucher non permettono di maturare contributi utili alla disoccupazione e per raggiungere la pensione minima-continua Padoan-i lavoratori dovrebbero lavorare per oltre 126 anni. Le finalità dei voucher sono state snaturate, trasformandosi in uno strumento per coprire il lavoro nero incentivando la frammentazione dei rapporti di lavoro in modo da giustificare il loro pagamento con questa forma di retribuzione’’.

Aggiunge, Stefano Laurenti, responsabile del comparto agricolo per la federazione di Padova Rovigo ‘’questa iniziativa vuole rafforzare il bisogno di migliaia di lavoratori iscritti alla federazione che si vedrebbero negati i propri diritti e le tutele previste dalla contrattazione, basti pensare all’indennità di disoccupazione agricola che, verrebbe completamente cancellata visto che i voucher non la contemplano’’.

Presente anche il segretario generale Fai Cisl Nazionale, Onofrio Rota, la segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan ed il segretario generale Veneto della federazione, Andrea Zanin che unitariamente alle altre sigle sindacali chiedono al governo un cambio di rotta radicale per quanto riguarda l’utilizzo dei voucher nel comparto.

Galleria fotografica

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Forestali Veneto: rinnovato il contratto integrativo

Siglato nel pomeriggio di oggi 24 luglio il rinnovo del Contratto Integrativo Regionale per i lavoratori addetti ad attività di sistemazione idraulico-forestale ed idraulico agraria della Regione.

In casa FAI CISL VENETO c’è grande soddisfazione visto che il precedente contratto integrativo era scaduto il 31 dicembre del 2014. Negli anni in Veneto il settore è stato oggetto di molte riforme e riorganizzazioni. La più recente ha visto il passaggio dei lavoratori forestali dalla gestione diretta da parte della Regione a quella dell’ente regionale Veneto Agricoltura.

Il contratto siglato in data odierna, riafferma alcuni principi già sanciti dagli accordi territoriali soprattutto in tema di turnover e di garanzia dei livelli occupazionali. Gli addetti del comparto sono poco meno di 600 e negli anni stanno diminuendo. L’accordo prevede che nel caso di pensionamento si proceda a nuove assunzioni e/o a trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.

“Come in tanti altri settori il problema del ricambio generazionale si fa sentire anche nel settore forestale – dichiara Andrea Zanin –  e il numero di addetti è ormai arrivato a d una soglia limite, al di sotto della quale non possiamo permetterci di andare se non vogliamo davvero mettere in serio pericolo l’equilibrio idraulico forestale del nostro fragile territorio”.

Proprio per garantire una maggiore efficienza ed efficacia sul piano della tutela dell’ambiente, il contratto prevede la reintroduzione delle Squadra Antincendio Boschivo e l’organizzazione di nuove squadre di pronto intervento che dovranno coordinarsi con la Protezione Civile in caso di calamità o emergenze.

Per i lavoratori, oltre agli aumenti economici, abbiamo ottenuto un adeguamento dei buoni pasto a 7,00 € giornalieri, la riduzione dei tempi di trasferimento per le lunghe distanze, aumenti salariali retroattivi dal 1° gennaio c.a. Inoltre sono presenti alcune significative novità che riguardano la previsione di nuove tipologie di mansioni e maggiori tutele sul piano della salute e della sicurezza sul lavoro. Infine con l’accordo odierno si dà piena attuazione a quanto già stabilito nel passaggio a Veneto Agricoltura riguardo all’inquadramento degli addetti degli uffici che ora, correttamente, vengono individuati ed assunti come personale impiegatizio.

“Un contratto importante perché tocca tanti aspetti organizzativi e lancia soprattutto un messaggio politico: la contrattazione nazionale e territoriale per il settore forestale non è un’opzione, è invece una necessità per la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie e in generale per la tutela del nostro patrimonio ambientale!”. Conclude così, evidentemente sodisfatto, il Segretario Generale della Fai Cisl del Veneto.

[su_button url=”http://www.faicislpadovarovigo.it/wp-content/uploads/2018/07/Volantino_RINNOVO-CIRL-FORESTALI-VENETO.pdf” style=”flat” background=”#006643″ size=”5″ icon=”icon: angellist” icon_color=”#ffffff”]SCARICA IL VOLANTINO CON LE PRINCIPALI NOVITA'[/su_button]

 

 

[su_button url=”http://www.faicislpadovarovigo.it/wp-content/uploads/2018/07/new-doc-2018-07-24-19.07.39_20180724191600.pdf” style=”flat” background=”#006643″ size=”5″ icon=”icon: arrow-circle-down” icon_color=”#ffffff”]SCARICA IL TESTO DEL RINNOVO CONTRATTO INTEGRATIVO REGIONALE [/su_button]

 

Attivo dei delegati forestali del Veneto per il contratto integrativo

Si è tenuto oggi 17 luglio a Mestre, l’attivo dei Delegati del settore forestale di tutta la regione Veneto per approfondire in maniera più dettagliata possibile il testo del contratto integrativo regionale valido per tutto il comparto.  I lavoratori, molto attenti e impegnati per dare l’ok ad un testo che sappia rispondere efficacemente alle esigenze dei soggetti coinvolti, si sono soffermati sugli aspetti più innovativi dell’accordo.
E’ obiettivo comune trovare soluzioni lungimiranti e strutturali per la salvaguardia dell’occupazione, in primis per i lavoratori stagionali, così come riuscire ad avere regolare chiare e centri di responsabilità che permettono di avere decisioni più veloci ed efficentare l’intera macchina burocratica.

Andrea Zanin, Segretario Generale della FAI CISL del Veneto ha voluto sottolineare come il rinnovo di questo contratto, significhi dare grande valenza all’intero comparto e rimettere al centro dell’agenda, i lavoratori interessati che, quotidianamente hanno a cura il territorio, patrimonio di tutti.

 

SOS Caporalato: conferenza stampa il 23/07 a Padova

Cisl e Fai Cisl (Federazione Lavoratori Agroindustria) del Veneto presentano la campagna SOS Caporalato in agricoltura

Conferenza stampa il 23 luglio a Padova in Piazza delle Erbe – Ore 11.00-12.00

Il lavoro nell’agricoltura veneta è progressivamente infestato dal fenomeno del caporalato. “Non abbiamo, come nel Mezzogiorno, le grandi baraccopoli che costellano le campagne o il traffico di pullmini che trasportano lavoratori italiani e stranieri- avverte Andrea Zanin, segretario regionale di FAI Cisl- ma i segnali di diffusione di questa forma di sfruttamento sono sempre più forti e diffusi e riguardano i lavoratori stranieri. Una situazione che mette sempre più in difficoltà le aziende sane e regolari nei rapporti di lavoro che sono ancora tante, la maggioranza”.

La campagna SOS Caporalato, lanciata nelle scorse settimane dal Segretario nazionale FAI Cisl, il veneto Onofrio Rota, trova un convinto impegno della federazione anche nella nostra regione dove il caporalato è organizzato in forma di triangolazione: le aziende locali che affidano al caporale (straniero) la gestione dei braccianti (sempre stranieri) anche nella remunerazione. “Dopo la cancellazione dei voucher (i caporali di carta) si è passati alle pseudo cooperative come forma di copertura di quello che è vero e proprio sfruttamento- conferma Zanin che ricorda il ruolo fondamentale degli immigrati nel settore “ l’agricoltura veneta si regge sulle braccia di lavoratori a chilometro mille, che provengono i più vicini dalla Romania e i più lontani dall’India”.

I dati di Veneto Lavoro parlano chiaro: nel solo 2017 a fronte di 32.000 assunzioni (con tutte le tipologie contrattuali) di lavoratori italiani, le aziende agricole hanno contrattualizzato 42.500 stranieri ed è dal 2008 che la media degli immigrati sul totale delle assunzioni è sopra il 60%. Nel caso di Verona i soli romeni sono più degli italiani:11.290 i primi, 9.560 i secondi.

“Il settore tira, non ha risentito della crisi – prosegue Zanin- e a fine 2017 avevano oltre 5.000 occupati in più rispetto al 2008. In questo contesto che non è piagato dalla crisi e nemmeno piegato dai bassi margini di utile (anche se difficoltà reali non mancano tra i piccoli coltivatori diretti) non ci sono scuse per il ricorso al caporalato. Se poi si ritorna ai vecchi voucher il cerchio perfetto del lavoro sottopagato e senza diritti si chiuderà in modo perfetto”.

CONFERENZA STAMPA di PRESENTAZIONE DELLA CAMPAGNA
SOS CAPORALATO IN AGRICOLTURA VENETO
PADOVA, LUNEDI 23 LUGLIO 2018
PIAZZA DELLE ERBE ORE 11.00-12-30
con testimonianze di casi di caporalato

Voucher: NO al ritorno in agricoltura

Convenzioni Cisl: acquisto agevolato di testi scolastici

La Cisl Padova Rovigo, ogni anno stipula delle convenzioni con cartolibrerie del territorio di Padova e di Rovigo per l’acquisto agevolato di libri e materiale scolastico.
Tutti gli iscritti al sindacato, possono recarsi presso le cartolibrerie convenzionate muniti della Tessera Cisl, così da vedersi applicati gli sconti concordati.

Cosa aspetti? Iscriviti anche tu!

 

 

 

 

PARCO ACQUATICO NOALE 2019

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