“Inutili e dannosi”. Così la Fai Cisl del Veneto, in totale sintonia con la federazione nazionale, bolla i voucher nel mondo dell’agricoltura. É la risposta, immediata e netta, alle dichiarazioni di alcuni ministri, tra cui Centinaio, titolare del dicastero dell’Agricoltura, sulla reintroduzione dei buoni lavoro nel settore ma anche sulla modifica della legge contro lo sfruttamento e il caporalato (L. 199/2016).
“Ripristinare i voucher – spiegano i dirigenti della Fai – vuol dire equiparare il lavoro occasionale, ad esempio di un giardiniere, eventualmente studente o pensionato, con quello di un lavoratore agricolo vero e proprio, che magari offre il proprio lavoro tutti i fine settimana dell’anno oppure in relazione alla stagionalità di un prodotto. Proprio perché si tratta di un settore parcellizzato, in cui c’è molta stagionalità – concludono – sono previste forme contrattuali su misura che danno garanzie previdenziali e assistenziali a lavoratrici e lavoratori, cose che il voucher non fornirebbe”.
Il segretario di Fai Cisl Veneto denuncia anche la stretta correlazione tra voucher e caporalato “come abbiamo potuto riscontrare nella campagna di sensibilizzazione “Stop Voucher!” in Veneto abbiamo riscontrato l’abbinamento dei due caporali: quello fisico del boss che controlla i lavoratori e quello cartaceo dei buoni lavoro. Ora non si può tornare indietro ma piuttosto serve avviare un confronto serio su sfruttamento e caporalato, visto che la legge 199 potrebbe aiutare eccome a contrastare l’economia sommersa e la concorrenza sleale”.
Zanin annuncia il prossimo lancio in Veneto della campagna “SOS caporalato in agricoltura” perché anche in Veneto “non abbiamo a che fare con un fenomeno marginale ma di una degenerazione del mercato del lavoro che sta infestando le nostre campagne”.